Il 2 giugno 1946 gli italiani scelgono la Repubblica e non la Monarchia. L’Assemblea Costituente redige la carta costituzionale dei diritti.
La Costituzione che entra in vigore il 1 gennaio 1948 basa la nostra convivenza civile sulla dignità dell’uomo e sul reciproco rispetto dei ruoli istituzionali; tuttavia alcuni elementi impediscono una reale attuazione di tali valori:
- In base alla “logica di Jalta” la fedeltà italiana alla NATO impedisce ogni cambiamento politico. I responsabili del governo e delle forze armate giurano fedeltà alla nostra costituzione ma soprattutto all’alleato americano.
- Presenza di un cancro economico e culturale con cui già dalla sua fondazione lo stato italiano è venuto a patti per mantenere l’ordine in Sicilia: la Mafia[1]. In seguito alla liberazione americana questo ruolo è di fatto imprescindibile.
- Riunitisi politicamente nel Movimento Sociale Italiano (MSI) gli ex fascisti sono in verità ancora molto presenti ed influenti all’interno della polizia, dell’esercito, dell’amministrazione pubblica.
- Ingerenza del Vaticano nelle scelte politiche italiane: soprattutto nei primi anni della Repubblica la Democrazia Cristiana segue più o meno apertamente le direttive della Santa Sede.
[1] 1 maggio 1947, Portella della Ginestra, Palermo: il bandito Giuliano insieme ad ex militari fascisti spara sulla folla di contadini che sta dimostrando per la festa del lavoro. Motivazione: “dissuaderli” dall’occupazione delle terre.
Italia repubblicana, Sovranità limitata