Abbiamo noi oggi la sembianza
Di chi, bevuto dell’oro
S’è lasciato fendere ed aprire
Come preda ormai estinta
Sul monte degl’olivi
Preferendo l’oblio caldo
Di un ultimo, solitario onore
Alla loro ragnatela scura
Di potere e violenza.
L’invisibile eco
Che abbiamo perso
Trovando la sua polvere
Di stelle e guai
Ci benedice stanca
Per vivere d’ora in poi
Solo nel ricordo
Pianto libero nelle strade
Assopito già
Futuro silenzio.
Diventare padri
Sacrificando noi figli
Ha voluto il destino
Nei sentieri del passato
Diventare guerra
Inseguendo la pace
Ha scelto per noi il cielo
Germogliato inverno;
Nello specchio dell’attesa
Abbiamo così noi l’apparenza
Di chi, offerte al vento le ultime lacrime
S’è lasciato splendere e ferire
Come uomo ormai vero
Sulle rive del dolore.
Se poi dal sangue
Sorgerà la bellezza
Come un fiore di veleno e giustizia
Giovane Atride
Danzeremo nel sole
Per morire lenti
Al tempo altrui
Sfogliando silenziosi,
Ed assai più liberi
Il loro ultimo, inerte inganno.
ὁv oi θεοι φιλούσι
αποθνεσχει νεος
Caro è agli dei
Chi muore giovane.
(Menandro)