In un corridoio lungo e stretto, le pareti come vene di rotaie, alla mia debole impressione convergenti. Pareti come vetro nero, scuro di cenere. Lei mi supera senza prima guardare né poi voltarsi, aspira un lungo sorso di tabacco attraverso un sottile filtro d’avorio, getta a terra la sigaretta, una piccola stella cadente sul ghiaccio del pavimento.
Quando la scia tocca il suolo si aprono sottili onde in ogni direzione, come fosse un sasso caduto in uno stagno. Flutti di ghiaccio, astro di pietra. Il fumo verso il soffitto, il mio respiro nel vuoto; poi il fumo si dissolve, il mio respiro retrocede nel silenzio, sedotto ed inghiottito.
La chiamo ma Lei non si gira e neanch’io mi ascolto, sono muto. Raccolgo la sigaretta nell’acqua del pavimento, intorno alla superficie il barlume opaco d’un’aureola; quando estraggo la mano e la alzo davanti a me il cerchio di luce s’estingue come un fuoco senza più legna né aria. Ho raccolto una perla. Alzo gli occhi e vedo Lei, di spalle, più lontana e oscura. Più piccola, liquida e dai contorni caliginosi. Le pareti come rotaie luccicanti, vetro nero, cenere essicata.
La chiamo, di nuovo non si gira, di nuovo non mi ascolto. Non ho più fiato né respiro. Lei oltrepassa una porta, il suo mantello di nebbia l’avvolge e la dissolve ma, io penso, non la può consolare. La chiamo ancora, il ghiaccio del pavimento mi entra in gola, guardo la perla sul palmo della mano, si aprono onde in ogni direzione, dalle mie dita lungo le rotaie. Lei si è girata: “Tu sei l’Amore, io il Dolore. Questo corridoio la nostra vita, una rima. Muta. Assassina.”
Grido, le onde nelle mia mano i bordi del suo mantello, quella porta l’atrio del mio petto. Lentamente un’aureola mi scalda gli occhi, sotto le palpebre sale la nebbia come il fumo d’una sigaretta. Le mie pupille avorio. Amore e Dolore, dico, senza averlo pensato. Amore e Dolore l’eco nel corridoio, come un’onda di ghiaccio in una vena, un concavo flutto di notte in un petto già buio.
Lentamente l’aureola si estingue, le rotaie convergono verso il centro del mio vuoto, la loro assurda origine, l’illusione. Amore e Dolore anche nel silenzio. Apro gli occhi nel buio, sento la luce dentro di me, stella caduta. Nella sua scia, io Amore, Lei Dolore.